martedì 28 agosto 2007

Perdido en el Corazon de la grande Babilon

Ed altro che clandestino por no llevar papel, ho dovuto correre come un dannato per il maledetto passaporto.
E cosi' sono partito, e poi sono tornato dal lieto bighellonare in Messico, Guatemala e Belize. A breve il resoconto completo.
Che ogni viaggio come al solito forgia alcune parti del tuo spirito e ne affloscia di altre.
Ma il viaggio di per se e' un fare chilometri e vedere posti un po' come quando devi fare strada per motivi assai meno lieti.
E' lo spirito con cui lo si affronta che cambia tutto. Perche' se lo scazzo ci pervade del circostante non ce curamo piu'. Con lo spirito giusto invece anche la via sottocasa diventa una scoperta.
E tutta la porzioncina singola di mondo a mo' di pasto da single che ci sorbiamo immersi nella routine a seguito del viaggiare, dei problemi posti in luoghi persone e situazioni si affievoliscono e pervade quel sano senso di menefreghismo indu' (anche un po' partenopeo).
Perche' non posso preoccuparmi del pregiudizio di qualcuno di fronte all'immemore presenza di un tempio maya o alla puntigliosita' del vestiario tipicamente borghese di fronte a un chioschetto di gente sudaticcia che vende pollo fritto rimasto a macerare per ore sotto al sole pronto da scaldare in un fetido microonde.
Un ranchero con un poncho ed un sombrero ha la stessa dignita' di un impiegato in giacca e cravatta ed assai preferisco un piccolo guatemalteco che gioca a pallone in mezzo al fango della strada che un piccolo viziato locale che si rovina di fronte ad una playstation.
Quanto son stato fortunato quando ho avuto la possibilita' di nascere qui, ma anche quanto son stato plagiato ad essere cresciuto con le metodistiche di qui.
Non mi sento a casa da nessuna parte, purtroppo. Seppur fisicamente il mio letto e' qui e stanotte dormiro' di nuovo qui, ma anche da altre parti dormivo in quei letti lontani senza essere nella mia dimora.
Ed ora mi sembra di essere ancora in un ostello, in attesa di nuove partenze.
Non c'e' soddisfazione nel mio vivere, solo la continua ricerca di qualcosa di nuovo, di curiosita' verso cio' che non ho ancora visto, non per vantarmene o per suggestionare le persone.
Voglio solo imprimere una immagine di ogni luogo nella mia testa, con la stessa cadenza con cui affondo le mie impronte sul terreno di questo indisponente pianeta.
Forse non riusciro' mai ad avere il fegato per intraprendere qualcosa che mi renda cosi', solo le persone che mi stanno intorno e la mia chitarra riescono a farmi stare ancora composto di fronte al mio voler volare.
E ad ogni ritorno da un viaggio ne subisco il richiamo ancora di piu'.