domenica 8 luglio 2007

Il circo in citta'

Ahahahah!
Ahahahaahahah!
E di che rider matto oggi mi diletto per cio' che ho fatto con immane dispetto!
Non scrutando il circostante pomposo con aspetto pedante e lo sguardo vanaglorioso
Solo l'abbacchio del volto impresso su di uno specchio capovolto che altro non e' che me stesso incapace di ascoltare il mio medesimo vociare sommesso.
Il mio lato assente intrappolato nella mente non voleva ascoltare la bramosia di negare l'apatia verso i miei voleri, era un piccolo periodo di smarrimento.
Oggi il risveglio, verso i miei voleri con un fatto che mi fa sentire degno.
Ma ZUUUmppapppa ZUUUmpapppaa l'orchestrinaaaa del circoooo!
ZUUUUMMPAPPPAAA ZUMPAPPPPPAAAAA leoonii e domatoriiii!
ZUMMMMPAPPPPPAAA ZUMPPPAAAAPPPAA i pagliacci nel loro altercooooo
buffoni ma decisi
additati e poi derisi
fanno della loro vita una scenetta!
non hanno il rosso naso od il cerone
il fiore a spruzzo o scarpe di cartone
e sono intorno a meeee, sono intorno a meeee
ogni giorno anche io in mezzo a loro
siamo in fondo solo pagliacci demode', pagliacci demode'
in questo circo che e' il mondo buffoniamo tutti in coro.

martedì 3 luglio 2007

Non e' necessario terminare qualcosa se non ti va piu'

Da tempo non varcavo questa soglia.
Il contatto con il proprio io cadenzialmente sfocia nel doloroso conflitto tra autostima e realta':
quando va tutto bene ci adagiamo nell'ignavia e quando volge al peggio ci rifugiamo nel desiderio di migliorarsi,deprimersi o ancora di nascondere la polvere sotto il tappeto a seconda delle reazioni individuali. Delle ridicole marionette lasciate alla merce' degli stati d'animo che non sempre reagiscono tempestivamente rimuovendo il problema alla radice.
Cosi' dal lieve disappunto subito si passa ad una paranoia che ci porta a bloccarci in situazioni che ne generano di altre. Poi lo stato di fermo si rilassa e si dissolve.
Ma quanto tempo ed occasioni abbiamo sprecato nel frattempo?
Perche' se qualcuno ci accusa di essere idioti (o noi stessi lo pensiamo) ed accusiamo il colpo allora quello staminchia di castello di carte che finora abbiamo sorretto si spetascia miseramente comportandoci da idioti nella piena distrazione di presumerci tali.
Tutti abbiamo i nostri punti deboli: a chi danno dello sproporzionato, a chi della puttana, a chi del giuggiolone, a chi del paranoico e via dicendo. Tutti raggiungono quella fase di stop dalla concentrazione all'insinuarsi del dubbio, egocentrici esclusi.
Naturalmente fingiamo, con la volonta' di sembrare tutti belli e bravi, ma una macchiavellica idea spiana queste demoralizzanti ipotesi:
chi
cazzo
se
ne
frega.
E' una risposta banale, ma forse la sua forza risiede nella semplicita': non abbiamo firmato nessun documento che affermi la nostra correttezza, la nostra bonta' d'animo, la nostra volonta' di aiutare il prossimo.
In questo mondo di uomini-numeri, manteniamo integro il diritto di comportarci come meglio crediamo verso il prossimo. Ma ci facciamo turlupinare dal circostante che ci invita ad attenerci allo standard umano e ce lo ricorda di continuo.
Ma io non voglio accettare il mio preconfezionato standard per una vita standard:
Il mio io lo appago come voglio perche' e' gratis e non mi costa niente, anche se la gente categorizza in metodi di contenimento come la reputazione, variabile in situazioni sociali diverse che possono portare ad essere affibbiato come comunista,frocio,incapace,ipocrita,approfittatore,pazzo,assistente sociale et similia.
Quindi questo chiedersi iniziale del post come "analisi del mio io" e' una paranoia bella e buona che serve a darmi un indirizzo verso i miei obbiettivi di persona in crescita.
Ma mi dispiace, per oggi gli obbiettivi di domani si fottano che ci pensero', appunto, domani.