giovedì 23 novembre 2006

Sociocaos

E persone che osservano e dirigono gli occhi come partite a tennis evitando il target.
Individui che reclamano, che squittiscono che si lamentano.
Che parlano delle solite cose, salutano sempre, vanno piano in macchina, fanno presto la sera, scoppiano di salutismo forzato.
Che esagerano e trascinano la gente, che abusano e non chiedono scusa si drogano e si sfogano tutto insieme in un una notte.
Che ruttano e poi bestemmiano e poi invocano il galateo e si fanno la preghiera, che sforzano le cose e che poi vanno a mignotte.
Che pensano e strabiliano, rallegrano e non rompono, pettegole o rispettose della privacy per la loro strada vivono
Che si annoiano, che si infoiano che cambiano il gioco delle carte in tavola, che omettono di sentire ciò che gli dice la ragione.
Che si vantano di tutto, che si deprimono quasi sempre un pò di verità e nuovamente mentono in virtù dell'interesse.
Che criticano e che giudicano, che si stufano e poi odiano, poi gli elementi incolpati sono prontamente redenti, innocenti ed amati.
Che coprono con scuse chi di scuse non ha bisogno, che rispettano e poi criticano che realizzano e poi sognano.
Che lottano con virtù e non esulano dalla vittoria, che poi gioiscono per l'altro quando gli offrono letizia.
Che amano l'amicizia e che essa sacra sia, che si immolano per amore in cambio dell'onore, che buggerano i bastardi e premiano i meritevoli.
Che vivono per la vendetta, per la rabbia l'ira e l'odio, che si alimentano di apatia o che rifulgono di orgoglio.
Che sempre zitti assaporano e poi vivono e ricordano, che dimenticano o rinnegano le origini di quel per cui sono venuti alla luce.
Che non vogliono nuocere, che preferiscono infierire, che rimangono ad esitare, che si fanno prendere dall'istinto.

Tutte persone, tanti modi di vivere, ognuno che si libra con i suoi pregi, ognuno che capitombola sui suoi sbagli.
Come si fa a non voler conoscere persone nuove quando sono offerte tutte queste possibilità.

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